Dott.ssa Maria Catena Trovato
Dirigente Scolastico dell’IIS Marconi-Mangano

LOCANDINA EVENTO – ORIENTARE AL FUTURO-

Aiutare gli studenti a comprendere chi sono e, di conseguenza, che cosa vogliono fare della loro vita, dovrebbe essere lo scopo formativo fondamentale di ogni istituzione scolastica, perché è attraverso un percorso conoscitivo di sé che ognuno acquisisce maggiore consapevolezza di chi è e di quello che vuole diventare e fare nel proprio futuro. Di didattica orientativa e di orientamento formativo come missione della scuola si è discusso nei giorni scorsi all’Iis Marconi Mangano di Catania, dell’incontro “Orientare al futuro”, nel corso del quale sono state presentate le buone pratiche sull’orientamento realizzate sulle linee guida del decreto del dicembre 2022. I lavori sono stati introdotti dalla dirigente scolastica del Marconi-Mangano, la professoressa Matria Catena Trovato. Sono intervenuti per i saluti istituzionali il dott. Marco Anello, dirigente vicario Urs Sicilia e il dott. Emilio Grasso, dirigente dell’At Catania. Il tema dell’incontro è stato poi trattato e approfondito dalla dottoressa Viviana Assenza e dal dott. Filippo Ciancio, dirigenti tecnici Urs Sicilia, dallo psicologo scolastico e psicoterapeuta dott. Andrea Paratore, dall’ing. Davide Russo, vicepreside del Liceo Scientifico Majorana di Scordia, dal dott. Alessio Albeggiani della Fondazione Franchi e dal dott. Gianfranco Casano, direttore didattico di 3D Academy.

“Orientare al futuro attraverso queste pratiche – spiega la preside Trovato – significa che, nel rispetto dei bisogni formativi dei ragazzi, l’inserimento nel mondo del lavoro deve essere il punto di arrivo di un percorso di consapevolezza di sé, che lo studente fa durante tutti i suoi anni scolastici ed i vari cicli, per costruirsi un futuro quasi su misura, che consenta di manifestare le proprie inclinazioni ed essere espressione del proprio talento e dei propri bisogni. E’ solo così – spiega la Trovato- che si può costruire una società in cui l’individuo si senta realizzato e si integri con tutto il tessuto sociale e lavorativo in cui vive”.

Per raggiungere questi obiettivi, è stato detto nel corso degli interventi, bisogna che la scuola, docenti in testa, lavorino sempre più a stretto contatto con i loro studenti, attraverso una didattica orientativa che è un vero e proprio cambio di paradigma dell’approccio disciplinare. E, naturalmente, la raccomandazione fatta dagli esperti durante il convegno è stata quella di distinguere bene (e non confondere mai) la didattica orientativa formativa con l’orientamento occupazionale. L’ingresso nel mondo del lavoro dovrebbe essere sempre più il passo finale di quel percorso di crescita, tanto più se, come è stato auspicato da molti relatori, con la nuova riforma questo orientamento potrà cominciare addirittura dalla scuola Primaria. Una scuola, quindi, che parta dai bisogni del singolo e che punti più al metodo di studio e di crescita che alla conoscenza quantitativa dei contenuti per promuovere in ogni studente un insieme di, abilità, atteggiamenti e motivazioni personali che sono necessari per gestire con consapevolezza la propria esperienza di crescita, superando positivamente i momenti di snodo e di scelta.

L’orientamento, in buona sostanza, non può fornire unilateralmente indicazioni su “dove il ragazzo può andare”, dice lo psicoterapeuta Paratore, cioè essere una fredda guida, ma deve essere la fonte che chiede al ragazzo “dove vuoi andare”. Scoprendo, magari, quelle vocazioni che sembrano scomparse ma che è probabile, che molti ragazzi hanno dentro, e non riescono a tirare fuori.

Lucia Andreano